Dolore e rossore, sono alcuni dei segnali spia della presenza di flebite. Ecco quali sono le cause e i trattamenti da seguire in presenza di questa infiammazione delle vene.
L’apparato circolatorio è costituito dai vasi sanguigni (arterie, vene, capillari) deputati al trasporto di sangue e dai vasi linfatici, deputati al trasporto della linfa. Quest’ultima è una sostanza, contenente proteine, grassi, zuccheri, vitamine, che scorre per mezzo del sistema circolatorio linfatico. Nello specifico, le vene trasportano il sangue e tutto ciò che contiene (prodotti di scarto e anidride carbonica) dai distretti periferici del corpo al cuore.
Le pareti delle vene sono più sottili rispetto a quelle delle arterie e presentano per lo più una componente muscolare, dovendo lavorare a pressioni minori. Le vene non sono tutte uguali tra loro e si differenziano per dimensioni e funzioni.
Le vene svolgono un ruolo chiave nella circolazione sanguigna e, in alcuni casi, possono essere interessate da alcune patologie, come la flebite e le vene varicose.
Definita anche trombosi venosa o tromboflebite, la flebite rappresenta l’infiammazione di una o più vene superficiali o profonde.
Nella maggior parte dei casi la flebite colpisce le vene degli arti inferiori come quelle delle gambe, ma ci sono casi in cui vengono coinvolte le vene degli arti superiori.
Gli arti inferiori e superiori possiedono una circolazione venosa superficiale e una profonda. A seconda di quale venga colpita da questo stato infiammatorio si parlerà di:
L’infiammazione si rivela attraverso questi specifici segnali a carico della vena colpita:
Il dolore può peggiorare quando si compiono alcuni movimenti, ad esempio quando ci alza dal letto al mattino o quando si abbassa la gamba. In caso di infezione, potrebbero manifestarsi anche febbre e secrezioni, tipo pus. In genere, i sintomi svaniscono nell’arco di alcune settimane dopo aver seguito la terapia indicata dal medico.
La flebite è un processo infiammatorio causato per lo più dalla formazione di coaguli di sangue. Di conseguenza, può indurre il blocco di una o più vene. Tra le possibili cause rientrano:
Ci sono condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare una flebite come:
In caso di tromboflebite superficiale è raro andare incontro a complicazioni. Tuttavia questa condizione può essere un segnale di allarme per la presenza di una trombosi venosa profonda. Quest’ultima, potrebbe portare a:
La diagnosi di flebite viene posta dopo aver eseguito un esame fisico. In aggiunta, lo specialista avrà cura di raccogliere la storia medica del paziente, valutando la presenza di eventuali fattori si rischio responsabili dell’infiammazione.
Inoltre, il medico potrebbe ritenere opportuno prescrivere alcuni approfondimenti. Ad esempio, se si soffre di vene varicose, ci sono buone probabilità che il medico richieda un’ecografia, un esame strumentale in grado di fornire immagini dettagliate dei vasi sanguigni. Inoltre, è utile per escludere l’eventuale sviluppo di una trombosi venosa profonda.
Se la flebite si manifesta con sintomi legati alla respirazione, come un dolore al torace o la mancanza di respiro, si può eseguire una TC, una angiografia (gold standard per la valutazione di questa patologia) o una scintigrafia per verificare la presenza di un’embolia polmonare.
Le analisi del sangue, invece, permettono di misurare la concentrazione nel sangue di D-dimero, ovvero una sostanza che viene rilasciata dai coaguli di sangue quando questi iniziano a rompersi. Si tratta di un esame che però non fornisce indicazioni sul luogo in cui si trova il coagulo di sangue e che risulta elevato anche in altre condizioni.
Altri esami vengono presi in considerazione se, nonostante i test eseguiti, non sono state rilevate le cause di flebite.
L’ecodoppler venoso agli arti inferiori, invece, permette di rilevare la presenza di restringimenti dei vasi, oltre a diagnosticare la trombosi venosa profonda. In più, questo esame permette di misurare le dimensioni di una placca presente in un vaso, che potrebbe occludersi in futuro.
La flebite, anche se fastidiosa e dolorosa, in genere si risolve in poco tempo a patto di seguire i trattamenti indicati dallo specialista. La maggior parte di essi hanno l’obiettivo di ridurre l’infiammazione e il dolore. Ecco i principali:
Altri trattamenti possono prevedere, in base ai sintomi e alla gravità dell’infiammazione:
Non è possibile prevenire l’insorgenza della patologia ma si può agire sui fattori di rischio. Abbiamo visto come una circolazione venosa difficoltosa – per diversi motivi – può causare la formazione di coaguli, soprattutto in alcuni casi. Per favorire il ritorno venoso possiamo:
In conclusione, la flebite costituisce un’infiammazione di una o più vene (spesso delle gambe) che può manifestarsi con sintomi dolorosi. Sono disponibili diversi trattamenti, la maggior parte dei quali hanno carattere conservativo, con l’obiettivo di migliorare la circolazione del flusso sanguigno e di evitare il ristagno dei liquidi. Se si notano i sintomi descritti sopra o se si sospetta la presenza di flebite, è bene sentire il proprio medico di fiducia. Infatti, anche se di norma la flebite non causa complicazioni gravi, è pur vero che potrebbe anticipare o accompagnarsi ad una trombosi venosa profonda, condizione ben più rischiosa per la salute del soggetto.
Fonti bibliografiche:
Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.
Largo Casteldelfino 19 h
Torino
10147
Italia