Le patologie del polso
MALATTIA DI DE QUERVAIN
E' una sinovite della membrana fibrosa che forma il “tetto” del canale osteo
fibroso del De Quervain all’interno del quale scorrono i tendini
abduttore lungo ed estensore breve del pollice. Tale inspessimento porta ad un
conflitto tra i tendini e le pareti del canale.Il
sintomo principale e' il dolore, provocato da certi gesti e movimenti della
mano. Il disegno del test di Finkelstein riproduce il gesto che provoca il
dolore.
Il trattamento conservativo, nelle fasi iniziali, raramente può portare ad una
regressione della sintomatologia. Trattandosi di una ostruzione di tipo
meccanico la risoluzione definitiva la si può ottenere solo con il trattamento
chirurgico.
L'intervento e' praticato in anestesia loco regionale, dura circa 10 minuti, e
permette di aprire il canale incidendo la membrana che ne forma il suo “tetto” e
liberare i tendini in esso contenuti. In seguito al paziente verrà applicato,
per un periodo di 12 giorn, un tutore gessato con immobilizzazione anche del
pollice. Alla rimozione del gesso e dei punti è consentita la ripresa del
movimento senza necessità di cure fisiche e riabilitative. La cicatrice può
rimanere sensibile per alcuni mesi.
Sindrome del canale carpale
E'
una fra le più frequenti e diffuse patologie a carico della mano. E’
determinata dalla compressione del nervo mediano nel canale del carpo.
Entrambi i polsi sono sovente colpiti contemporaneamente. I sintomi principali
sono rappresentati da un "formicolio", estremamente fastidioso, a carico delle
prime tre dita ed a volte anche della metà radiale del quarto, che si manifesta
soprattutto nelle ore notturne impedendo il sonno all’ammalato. Successivamente
compare la riduzione della sensibilità alle prime tre dita, che si accompagna
anche ad una sensibile riduzione della forza prensile. La diagnosi è quasi
sempre clinica anche se non può prescindere da un esame di supporto di
diagnostica strumentale quale: l'elettromiografia che serve a confermare
la sede e documenta la gravità della compressione del nervo mediano. Nelle fasi
iniziali la patologia può esser trattata con l’impiego di farmaci a base di
acido alfa lipoproteico, qualora la cura non sortisca effetto il trattamento
della malattia diventa di tipo chirurgico. Le terapie alternative
(infiltrazione, ionoforesi, ultrasuoni, farmaci) possono alleviare
temporaneamente i sintomi ma non sono risolutrici.
L'operazione consiste
nella sezione del legamento trasverso anteriore del carpo che comprime il nervo
mediano. L'intervento si esegue in regime ambulatoriale, in anestesia
plessica Si opera una sola mano per volta.
Le dita si devono muovere subito dopo l'intervento. I punti sono rimossi dopo 10 gg. I lavori pesanti sono consentiti dopo venti giorni, mentre le attività quotidiane si riprendono gradualmente entro i primi cinque sei giorni.
ARTROSI TRAPEZIO METACARPALE
Altrimenti conosciuta come rizoartrosi, rappresenta circa l’80% di tutte le
manifestazioni artrosiche che interessano la mano. Colpisce la base del pollice
a livello della articolazione tra il trapezio ed il primo
metacarpale. La malattia predilige il sesso femminile e l’età d’insorgenza è
compresa fra i 40 ed i 50 anni, con grande frequenza esordisce a carico della
mano dominante, ma nella quasi totalità dei casi essa colpisce entrambe le mani.
L’esordio della malattia è caratterizzato dalla comparsa di pousseè dolorose che
comportano una grave impotenza funzionale tanto che il paziente non è più in
grado di compiere le più semplici funzioni della quotidianità quali quelle di
allacciarsi i bottoni, girare la chiave nella serratura, schiacciare il
telecomando ed aprire i vasetti.
La radiografia delle mani permette di fare una diagnosi più precisa riguardo la
gravità del quadro e del grado d'interessamento delle altre articolazioni della
mano. Il trattamento inizialmente è conservativo e consiste nel sottoporre
il paziente ad un ciclo di onde d’urto che può esser ripetuto una seconda volta
anche associato a magneto terapia. Se tale trattamento non sortisce alcun
effetto la patologia necessiterà di una cura chirurgica.
Lo scopo dell’intervento è sostanzialmente quello di eliminare il dolore
ridando, per quanto possibile, il miglior grado di movimento al paziente
soprattutto in virtù del fatto che spesso si tratta di persone in età giovanile.
Diverse sono le possibilità di scelta chirurgica che variano in base al quadro
clinico specifico ed alla età ed aspettative lavorative e di vita del paziente.L’artrodesi
(fusione tra trapezio e primo metacarpo), che spesso rappresenta una sconfitta
per il medico, è indicata in tutti quei pazienti che svolgono un’attività
manuale di forte carico e sortisce sempre un ottimo risultato sia clinico che
funzionale. La trapeziectomia,
diversamente, consiste nella asportazione del trapezio, spesso associata a
plastiche tendinee di sospensione, che permettono un ottimo risultato
nell’immediato, ma a distanza di qualche anno si assiste ad una graduale e
progressiva radializzazzione del polso con comparsa di una sintomatologia forse
di maggior gravità.
L’artrotenoplastica da buoni risultati, ma trova un’indicazione molto limitata e
va indirizzata ai casi iniziali della patologia.
Un nuovo orizzonte si è aperto con gli interventi di protesizzazione della
trapezio metacarpale in modo particolare con l’utilizzo degli spaziatoti in
pyrocarbonio. Successivamente ad un intervento di artrodesi il paziente dovrà
portare un apparecchio gessato per 30/40 giorni prima di poter riprendere il
movimento della mano, mentre un tempo di immobilizzazione più limitato, 25
giorni, è previsto a seguito di artroplastiche e/o protesizzazione della
trapezio metacarpale.
DITO A SCATTO
La patologia del dito a scatto è dovuta ad un ostacolo allo scorrimento dei tendini flessori, dovuto all’ispessimento delle pareti della puleggia nella quale i tendini stessi scorrono durante i movimenti di flessione ed estensione delle dita. Il bloccaggio, sovente doloroso, compare soprattutto alla mattina. Il dito si blocca flesso sul palmo e si sblocca in estensione bruscamente. Conosciuta anche Malattia di Notta, colpisce a qualsiasi età, tanto che a volte può esser diagnosticata anche nei neonati (pollice a scatto congenito). Il trattamento con infiltrazione di cortisone permette un miglioramento notevole, sovente transitorio, ma sovente può comportare una degenerazione del tendine fino alla sua rottura sottocutanea. L'intervento chirurgico si esegue praticando una piccola incisione sul palmo della mano alla base del dito, permette di evidenziare e quindi aprire la puleggia ispessita liberando così i tendini flessori. L'operazione, fatta in anestesia locale, dura 10 minuti. Le dita devono essere mobilizzate immediatamente. La medicazione lascia libere le dita ed é necessaria per 10 giorni fino alla rimozione della sutura. La ripresa dell'attività è possibile dopo 15 giorni dall'intervento.
CISTI ARTROGENE
Chiamate anche "gangli" sono neoformazioni molto comuni a livello del polso. Le cisti vengono generalmente riscontrate sul dorso del polso anche se a volte compaiono sul versante palmare del polso, la loro origine sembra esser dovuta a particolari attività manuali che comportano il ripetersi di microtraumatismi a livello del polso, ma non di rado possono esser di natura post traumatica. Raramente possono determinare la comparsa di dolore, ma qualora tale sintomo sia presente può esser irradiato a tutto l’avambraccio. La dimensione della cisti tende ad aumentare con l’intensificarsi della attività lavorativa, che impegna il poso, tende a diminuire a seguito di periodi di riposo. La diagnosi della patologia è assolutamente di tipo clinico e non richiede accertamenti di tipo strumentale.Il trattamento è esclusivamente di tipo chirurgico (asportazione della cisti) deve esser eseguito in anestesia loco regionale in regime di Day Hospita. Al termine dell’intervento al paziente viene applicata una doccia gessata che lo stesso dovrà tenere per un periodo di 12/14 giorni. Solitamente non è richiesto trattamento riabilitativo alla guarigione chirurgica corrisponde in genere una guarigione clinica con buona ripresa funzionale.
ARTROSI DEL POLSO
L'artrosi colpisce molte persone. Ciò comporta che un numero significativo d i
soggetti risultino essere affetti da gravi limitazioni nello svolgimento delle
più elementari funzioni del vivere quotidiano. Si riconoscono più tipi di
manifestazioni artrosiche, ma quelle che più frequentemente colpiscono il polso
sono di due tipi:
• Osteoartrosi •
che si manifesta con una progressiva distruzione della cartilagine articolare
che riveste le piccole ossa carpali, le quali sfregando così fra di loro
provocano la comparsa di forte dolore che si accompagna a rigidità e limitazione
funzionale con diminuzione della forza. L’osteoartrosi si può verificare a causa
di normale processo evolutivo di invecchiamento articolare, o in conseguenza ad
un danno traumatico all'avambraccio,al polso e/o ai suoi legamenti.
• Artrite reumatoide •
altra forma di “artrosi” del polso è la conseguenza di una patologia ben più
grave. Malattia infiammatoria sistematica autoimmune. In corso di tale patologia
si assiste alla formazione di auto anticorpi (anticorpi diretti contro parti
sane del nostro organismo) che distruggono l’osso, i tessuti periarticolari
(capsula e legamenti) e le articolazioni. L'artrite reumatoide con grande
frequenza colpisce le piccole articolazioni, ecco perché è spesso causa di gravi
danni alle articolazioni di mano e polso bilateralmente in modo simmetrico (con
lo stesso tipo di lesione sia a destra che a sinistra).
Sintomi. L’artrosi
del polso si manifesta con gonfiore, dolore, importante limitazione del
movimento accompagnata da diminuzione della forza. Questi sintomi sono di solito
limitati solo al polso. L’artrite reumatoide quando si localizza al polso, si
manifesta con tumefazione delle parti molli (tendini e capsula articolare)
accompagnandosi a limitazione funzionale e diminuzione della forza. A tale
sintomatologia si può associare anche una diminuzione della capacità lavorativa
della mano con alterazioni a livello delle articolazioni tra il metacarpo e la
falange (metacarpofalangee) e tra la prima e la seconda falange (interfalangea
prossimale). In alcuni casi questa importante tumefazione legata anche ad un
interessamento delle guaine tendinee e dei tessuti periarticolari (capsula e
legamenti), può determinare una riduzione dello spazio all’interno del canale
carpale, comportando l’insorgenza di una sindrome del tunnel carpale per
compressione del nervo mediano che passa all’interno del canale stesso.